Stai male dopo aver mangiato: e se fosse un’intolleranza? Ecco perché fare il test intolleranze alimentari

Si sente spesso parlare di intolleranza alimentare, ma sai davvero cos’è? E soprattutto: hai la certezza di non soffrirne oppure forse dovresti fare un test intolleranze alimentari? Oggi scopriremo cosa sono, quali problemi possono causare e quale è il modo corretto di individuarle: continua nella lettura!

Cosa sono le intolleranze alimentari

La prima cosa da sottolineare è che intolleranza non è sinonimo di allergia: si tratta di due disturbi diversi, con conseguenze diverse. Al contrario delle allergie, che provocano una reazione immediata del nostro fisico e si manifesta spesso con mucose alterate ed eruzioni cutanee, l’intolleranza data dall’assunzione di un certo alimento si può manifestare anche 72 ore dopo l’averlo ingerito e si presenta con diversi disturbi.

I disturbi più frequenti sono di tipo gastrointestinale, come ad esempio nausea, vomito, diarrea, colite, ma anche gonfiore e dolore addominale e digestione rallentata o difficile.

Le intolleranze possono avere un’origine genetica (come ad esempio chi è affetto da favismo) oppure possono semplicemente comparire nel corso della vita: è una questione del tutto soggettiva.

Ci sono diversi alimenti cosiddetti “a rischio”, che possono dare intolleranza, tra i quali i principali sono:

  • i cereali che contengono glutine, ad esempio il grano, il farro, l’avena, l’orzo e la segale;
  • il latte e derivati, in particolar modo il lattosio (un tipo di zucchero presente nel latte);
  • frutta con guscio, come arachidi, nocciole, noci;
  • molluschi;
  • soia;
  • uova.

Se vuoi sapere di più sulle intolleranze alimentari chiedi informazione ai nostri farmacisti!